Riprodurre e citare online brani musicali, si può? Le “note” di Polimeni.Legal sui diritti musicali.
È importante premettere che la legge sul diritto d’autore protegge ogni forma di espressione musicale e, naturalmente, i soggetti coinvolti nella sua realizzazione.
Partendo dall’opera musicale in senso stretto costituita da melodia, armonia e ritmo, nonché dal testo se presente, la legge sul diritto d’autore (L. n. 633/1941) si pone a salvaguardia di tutte le opere e le composizioni musicali, con o senza parole, le opere drammatico-musicali e le variazioni musicali costituenti di per sé opera originale. Si tutela un’opera musicale, nelle declinazioni appena elencate, soltanto se caratterizzata dall’ “originalità”, che costituisce, quindi, requisito imprescindibile per entrare nell’area di protezione costituita dalla legge sul diritto d’autore, ma non solo. L’originalità è, infatti, un concetto “chiave” perché è proprio rispetto alle sue flessioni naturali – ovvero creatività e novità – che si misura la liceità di una creazione musicale.
Capita spesso di pensare, ascoltando una canzone in radio, in tv, online, che essa si presenti molto simile, nella sua melodia, ad un’altra già famosa. Siamo al cospetto di un “plagio” oppure no? Dipende! Non lo è nella misura in cui l’elemento costituito dalla melodia è tanto semplice e comune che la canzone che pensiamo sia stata “copiata” non presenta neanch’essa un’originalità tale da poter essere tutelata dalla legge. Di contro, la copia di pochi versi del testo di una canzone può dar luogo ad un “plagio” laddove sono proprio i versi presi “in prestito” ad aver reso famoso quel brano.
Ma chi tutela la legge sul diritto d’autore?
- L’autore/compositore dell’opera musicale;
- Gli artisti interpreti ed esecutori;
- Il produttore del fonogramma (i produttori, le case discografiche).
Soltanto il primo dei soggetti elencati è l’effettivo titolare del cd. “diritto d’autore”: chi realizza l’opera acquisisce anche i diritti morali ed i diritti di natura patrimoniale connessi all’opera stessa.
I diritti morali sono i diritti esclusivi che nascono in capo all’autore nel momento esatto in cui l’opera viene creata e vengono acquisiti in modo automatico. Essi sono, ad esempio, il diritto alla paternità dell’opera ed il diritto di inedito. Questi diritti non hanno un termine di decadenza. L’autore sarà sempre riconosciuto infatti come “padre” dell’opera.
I diritti patrimoniali, invece, sono diritti che comportano una diretta utilità economica per l’autore e consistono, ad esempio, nel diritto di riproduzione, nel diritto di comunicazione al pubblico così come nel diritto di esecuzione in pubblico. I diritti patrimoniali sono validi per tutta la vita dell’autore e per 70 anni dopo la sua morte. Trascorsi 70 anni dal decesso dell’autore, decade la tutela del diritto dell’autore ed il brano diventa di pubblico dominio. Questo però non concede il diritto di utilizzarlo prelevandolo, ad esempio, in una delle sue riproduzioni presenti online. Perché? perché gli artisti che l’hanno interpretata, siano un cantante o un’orchestra o entrambi, vantano su quella specifica performance il proprio diritto d’autore. Di pubblico dominio è soltanto l’opera nella sua composizione originale.
Anche gli artisti che eseguono la composizione musicale e la casa discografica che gestisce il progetto di realizzazione vantano sul fonogramma inciso alcuni diritti simili a quelli dell’autore, denominati “diritti connessi”. Si pensi al diritto al compenso che sussiste ogni volta che un fonogramma inciso viene riprodotto in radio. I diritti connessi del produttore di fonogrammi e dei musicisti, in assenza di pubblicazione, hanno durata di 50 anni dalla fissazione. In caso di pubblicazione, invece, i diritti connessi si estinguono soltanto dopo 70 anni dalla pubblicazione.
Possiamo perciò dire, alla fine di questa brevissima descrizione, che ai sensi dell’art. 70 sulla legge
del diritto d’autore:
- se vuoi riprodurre brani o di parti di un’opera musicale fai una ricerca su chi è l’autore e
chiedi il consenso all’autore della musica o alla casa discografica che l’ha prodotta. A meno
che la loro comunicazione al pubblico sia effettuata per uso di:
1) critica o di discussione;
2) insegnamento o di ricerca scientifica.
In entrambi i casi la riproduzione è libera, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera. In caso della finalità di cui al punto 2, l’utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali. Ricorda, inoltre, che: - È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini
e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in
cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro.
E che, in ogni caso:
- Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre accompagnati dalla
menzione del titolo dell’opera, dei nomi dell’autore, dell’editore e, se si tratti di traduzione,
del traduttore, qualora tali indicazioni figurino sull’opera riprodotta.
Quest’articolo non vuole e non può considerarsi esaustivo a fronte di una materia così specifica e
complessa. Per ogni informazione più dettagliata o consulenza mirata riguardo a questo ambito, il
team di avvocati di Polimeni.Legal è a completa disposizione.
