Cosa è vero e cosa è falso? Lo decide Google.
Giro di vite per gli spacciatori di “bufale” in rete. Nel mondo di internet, si sa, circolano parecchie notizie false. Barcamenarsi in questa selva di “bufale” diventa sempre più difficile, anche perché il confine si fa sempre più labile tra verità e menzogna e i siti specializzati nel produrre menzogne madornali si fanno sempre più numerosi e affinano con maggiore precisione la loro “arte”, abilissimi nell’impacchettare la notizia-fake per ricevere più “like” o più visualizzazioni e incrementare così il loro profitto.
Ma adesso tira un brutta aria per questi spacciatori di falsi, è proprio di questi giorni la notizia che Google sta per lanciare un nuovo algoritmo capace di riconoscere e penalizzare i siti che pubblicano “bufale”, riuscendo a tracciare un confine più saldo tra verità e menzogna. Fino ad ora il motore di ricerca premiava i siti più popolari, grazie ad un algoritmo che non attuava nessuna discriminazione valoriale, mettendo in risalto i siti con più visitatori e con una notizia riprodotta e moltiplicata su pagine-fotocopie di diversi siti.
La soluzione messa in campo da Google è quella di calibrare l’affidabilità di un sito conteggiando “il numero dei fatti non corretti all’interno della pagina” oltre ai già rodati link in entrata. Così facendo una fonte che contiene un minor numero di fatti falsi è considerata automaticamente più affidabile e può trovarsi in alto nell’elenco. Maggiore qualità nelle notizie, quindi, questa è la sfida lanciata da Google con la creazione di questo nuovo algoritmo.
Qualcuno ha recentemente paragonato Google a Dio. “Se non sei su Google non esisti” si è detto. Adesso la società di Mountain View deciderà anche cosa è vero e cosa non lo è, cosa è realtà e cosa non lo è. Il principio fondamentale della teologia agostiniana è la massima rivelatrice “la verità è Dio”. E da adesso, la deciderà Google.