L’Europa vieta la targettizzazione del pubblico nelle ADV di Google e Facebook. Ma è vero? Ieri il mondo del web marketing è stato letteralmente scosso da una notizia rilanciata da Wired che raccontava di un emendamento inserito dal parlamento europeo nel report annuale sulla concorrenza. Non ci potevo credere e allora sono andato a spulciare i documenti e ho trovato il testo, che vi riporto integralmente alla fine del post nella sua traduzione in italiano. Comunque si, è vero, ma serve qualche precisazione.
Il testo dell’emendamento dice proprio questo (insieme a tante altre cose che non c’entrano nulla con questo). Parla di bannare il micro-targeting, tecnica utilizzata soprattutto per adv politica. Sottoposto a votazione nella sua interezza (anche con le altre cose che non c’entrano nulla con la micro targettizzazione del pubblico), l’emendamento è stato approvato, con un’ampia maggioranza. Del resto tutte le altre cose proposte con lo stesso emendamento sono giuste e sacrosante.
E quindi? Ora cosa accadrà? Nulla.
Il documento emendato, infatti, non è altro che un report, in cui si esprimono perplessità e volontà, un atto di indirizzo europeo. Niente di più.
Una norma europea, invece, prevede mesi (se non anni) di discussione, su ogni singola parola, bilanciamenti di interessi e, credetemi, è altamente improbabile che una regola del genere possa passare.
Un’attenta analisi, infatti, porterebbe chiunque (anche i distratti politici) a capire che una simile regola, applicata genericamente, sarebbe la morte dei social network, a discapito anche dei navigatori, oltre che delle aziende.
Micro-targettizzazione vuol dire massima resa col minimo investimento economico, a vantaggio di tutti, non solo dei big. Utilizzata non solo in ambito politico, sarebbe un colpo incredibile alle aziende. Tutte le aziende, anche le PMI (e poi parlano di sussidi). E sarebbe un colpo anche per i consumatori.
Infatti, siamo certi che sia un male per il consumatore ricevere solo adv di prodotti che a lui interessano, invece che adv generiche?
Insomma io credo che non ci sia nessuna possibilità che realmente possa passare questa regola, così, generica com’è, e che, conseguentemente, verrà meno “ogni tipo” di micro-targettizzazione del pubblico: non è di certo questo il sistema migliore per garantire il libero mercato.
Ecco il testo emendato:
“A𝘤𝘤𝘰𝘨𝘭𝘪𝘦 𝘧𝘢𝘷𝘰𝘳𝘦𝘷𝘰𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘭𝘦 𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘢𝘵𝘪𝘷𝘦 𝘢𝘥𝘰𝘵𝘵𝘢𝘵𝘦 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘪𝘢𝘵𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘦 𝘥𝘦𝘪 𝘴𝘰𝘤𝘪𝘢𝘭 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘢 𝘷𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘴𝘵𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘦 𝘯𝘰𝘵𝘪𝘻𝘪𝘦 𝘧𝘢𝘭𝘴𝘦 𝘦 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘰𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘯𝘧𝘰𝘳𝘮𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘶𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘢𝘭𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘖𝘳𝘨𝘢𝘯𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘴𝘢𝘯𝘪𝘵𝘢̀ 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘰𝘷𝘪𝘥-19 𝘢𝘵𝘵𝘳𝘢𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭𝘦 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘱𝘪𝘢𝘵𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘦; 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘢𝘷𝘪𝘢 𝘪𝘯 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘦 𝘱𝘪𝘢𝘵𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘦, 𝘤𝘩𝘦 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘰𝘯𝘦𝘷𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘶𝘯 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘮𝘦𝘳𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘴𝘪𝘨𝘯𝘪𝘧𝘪𝘤𝘢𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘨𝘪𝘢̀ 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘤𝘳𝘪𝘴𝘪; 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘪𝘦𝘯𝘦 𝘭𝘢 𝘳𝘪𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘊𝘰𝘮𝘮𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘪𝘰 𝘴𝘶𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘪𝘢𝘵𝘵𝘢𝘧𝘰𝘳𝘮𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘦𝘯𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘦𝘧𝘧𝘦𝘵𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘳𝘦𝘵𝘦 𝘦 𝘢𝘨𝘪𝘴𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰𝘭𝘭𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘤𝘤𝘦𝘴𝘴𝘰, 𝘥𝘢 𝘴𝘷𝘰𝘭𝘨𝘦𝘳𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭’𝘢𝘮𝘣𝘪𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭𝘭’𝘪𝘮𝘮𝘪𝘯𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘳𝘦𝘭𝘢𝘵𝘪𝘷𝘢 𝘢 𝘶𝘯 𝘲𝘶𝘢𝘥𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘳𝘦𝘨𝘰𝘭𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦𝘹 𝘢𝘯𝘵𝘦, 𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘪 𝘶𝘭𝘵𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘪 𝘳𝘪𝘵𝘢𝘳𝘥𝘪; 𝙞𝙣𝙫𝙞𝙩𝙖 𝙡𝙖 𝘾𝙤𝙢𝙢𝙞𝙨𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙖 𝙫𝙞𝙚𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙥𝙞𝙖𝙩𝙩𝙖𝙛𝙤𝙧𝙢𝙚 𝙙𝙞 𝙫𝙞𝙨𝙪𝙖𝙡𝙞𝙯𝙯𝙖𝙧𝙚 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙞𝙩𝙖̀ 𝙢𝙞𝙘𝙧𝙤-𝙢𝙞𝙧𝙖𝙩𝙖 𝙚 𝙖𝙙 𝙖𝙘𝙘𝙧𝙚𝙨𝙘𝙚𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙩𝙧𝙖𝙨𝙥𝙖𝙧𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙥𝙚𝙧 𝙜𝙡𝙞 𝙪𝙩𝙚𝙣𝙩𝙞; 𝘢𝘱𝘱𝘳𝘰𝘷𝘢 𝘭𝘢 𝘤𝘰𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘳𝘪𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘢 𝘭𝘰 𝘴𝘷𝘪𝘭𝘶𝘱𝘱𝘰 𝘥𝘪 𝘢𝘱𝘱𝘭𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘥𝘪 𝘵𝘳𝘢𝘤𝘤𝘪𝘢𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘵𝘵𝘪 𝘥𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘥𝘪 𝘪𝘮𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘦𝘶𝘳𝘰𝘱𝘦𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘮𝘦𝘳𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘮𝘪 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘪𝘷𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘴𝘮𝘢𝘳𝘵𝘱𝘩𝘰𝘯𝘦; 𝘪𝘯𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘊𝘰𝘮𝘮𝘪𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘢𝘥 𝘢𝘴𝘴𝘪𝘤𝘶𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘭𝘢 𝘳𝘢𝘤𝘤𝘰𝘭𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘪 𝘥𝘢𝘵𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘳𝘢𝘧𝘧𝘰𝘳𝘻𝘪 𝘶𝘭𝘵𝘦𝘳𝘪𝘰𝘳𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘮𝘦𝘳𝘤𝘢𝘵𝘰 𝘥𝘪 𝘢𝘭𝘤𝘶𝘯𝘪 𝘰𝘱𝘦𝘳𝘢𝘵𝘰𝘳𝘪 𝘥𝘰𝘮𝘪𝘯𝘢𝘯𝘵𝘪;”.