Il Decreto Legge 21 settembre 2021, n. 127 relativo alle “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening” impone l’effettuazione di controlli circa il possesso del Green Pass o certificazioni alternative.
Le nuove disposizioni si applicano a partire dal 15 ottobre e pertanto da quella data, vi è la necessità di svolgere alcuni adempimenti prima di consentire l’ingresso in azienda ai lavoratori ed a tutti i soggetti terzi.
Tutto ciò ha, ovviamente, delle conseguenze sulla gestione della privacy aziendale. La normativa stessa, piuttosto articolata, stabilisce che il soggetto preposto all’effettuazione dei controlli sia incaricato formalmente (così come stabilisce l’articolo 29 GDPR). Inoltre, appare ovvio che per l’effettuazione dei controlli le aziende debbano predisporre un’adeguata informativa privacy.
Occorre quindi che l’azienda compia quattro azioni:
- rediga e renda pubblica e facilmente visionabile l’informativa privacy per gli interessati;
- rediga e faccia sottoscrivere al preposto un atto di designazione di incaricato del trattamento ex art. 29 GDPR
- modifichi il registro dei trattamenti aggiungendo quest’ulteriore elemento
- si doti di una policy per la gestione delle incombenze e delle criticità.
Il nostro studio ha, da sempre, deciso di tenere un comportamento positivo e di guardare agli adempimenti GDPR come un’opportunità piuttosto che come un costo e, proprio in ragione di ciò, non abbiamo nessun interesse a parlarvi delle sanzioni a cui vanno incontro datori di lavoro e lavoratori nel caso di mancato adeguamento, ma ovviamente sono previste.
